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Maurizio Franzini cerca di collegare le riflessioni contenute nel libro appena pubblicato dai premi Nobel Akerlof e Shiller sull’economia dell’inganno e della manipolazione al caso recente, e clamoroso, che ha coinvolto la Volkswagen. Articolo su Menabò nr. 28/2015

Un’utile sintesi dei principali provvedimenti adottati quali decreti attuativi delle deleghe in materia di lavoro approvate dal parlamento a fine 2014 e riconducibili nella disciplina del più noto “Jobs Act”.

Il contratto a tutele crescenti - Tutti i nuovi dipendenti di un'azienda saranno assunti con il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti, tutele che cioè cresceranno in relazione all'anzianità di servizio. Il presupposto della rinnovata normativa è infatti quello che “il contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato costituisce la forma comune di rapporto di lavoro” e che vada, conseguentemente a sostituire tutti i tipi di contratti oggi definiti “atipici”. Sono state abolite le disposizioni sui contratti a progetto che resteranno in vigore solo fino alla loro naturale scadenza; il lavoratore verrà poi inserito in una "gestione transitoria", al termine della quale verrà assunto con la nuova forma contrattuale. ...continua a leggere "I nuovi contratti di lavoro del Jobs Act: Sintesi"

Poesie di Simone Cattaneo [1]  (Selezione a cura di Flavio Almerighi)

A fine agosto il tuono morde i lampi prima che piova e
il cielo sembra sempre avere bisogno di un’autopsia,
cammino sulla strada crivellata di buche come fosse
un costoso tappeto cinese, la neve gialla è ancora lontana,
la luce pare un caleidoscopio difettoso ed io vado
dove i ragazzi hanno denti d’oro larghi come gonne a fiori
e nessuno mi potrà più servire da bere vino tagliato con il solfato di rame.
Ormai è un furto ogni prospettiva di fuga.

Appesa per le caviglie ad un albero del viale
ho incontrato per la prima volta l’unica donna che ho mai amato,
avrei voluto proseguire ma mi ha chiesto uno sguardo
mi ha domandato di guadare un fiume inesistente fra le stelle,
quindi mi sono arrampicato fino all’orlo del suo viso ma
non si è scomposto, nulla del mio corpo mi ha nascosto.
Immersa nel suo odore mi ha aperto il petto così che
potessi sentire il suono del colore,
colmo di paura ho promesso che avrei imparato ad aspettare,
ho fatto un giro intorno all’albero e
la mia donna era svanita, rapita dalla frutta candita di
un’isola caraibica. Mi sono legato per le caviglie ad un lampione
per capire la sua prospettiva e riallineare la mira,
ammassati intorno a me sbavavano dei cani, con le mascelle di vetro
in fiamme ma la terra si è asciugata e la festa è finita.
Non ho più incontrato una donna così bella, forse sì,
è la carne che tutte le notti mi dorme accanto
persuasiva nelle cosce, elegante nelle mani, luce morale nei fianchi
ripiegata e indistinta come uno scheletro di pesce.
Sono certo, siamo l’uno la proposta dell’altra.

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